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Il Funerale di Cecco è un evento rituale effettuato a chiusura del
Carnevale che prevede un'azione cerimoniale di tipo drammatizzato.
Fin dalla sua costituzione l'Associazione “Andrea del Castagno” tra le
tante cose si occupa di decidere data, modalità e organizzazione generale
dell'evento, in paese chiamato semplicemente: Cecco (Cecco è diminutivo del
nome Francesco). Ciò detto il gruppo “officiante” conserva negli anni
un'apertura e un'identità spontanee e al di sopra del ruolo dell'Associazione.
Non esistono delle vere e proprie prove della messa in scena, articolata in
quattro stadi fondamentali: corteo iniziale, processo, corteo funebre e rogo
sul Ponte di Ciliegi, perché, eccetto il testo della sentenza di condanna,
tutte le parti dei diversi ruoli sono improvvisate su di uno schema generale,
condiviso e sottinteso in quanto ereditato dalla memoria dei più anziani dalle
edizioni precedenti.
I personaggi che interagiscono sono: il medico, il giudice, l'avvocato
dell'accusa, l'avvocato della difesa, un tempo almeno uno o più poeti
improvvisatori in ottava rima (oggi due “di scrittura”), quattro portantini,
donne da sole o in gruppo che inscenano pianti e lamenti per la morte di Cecco,
uno o più suonatori per accompagnare i cortei (una volta esclusivamente di
violino), il pubblico, il ciuco che porta Cecco (oggi una barella) e ovviamente
il fantoccio del protagonista. Distribuzione e conferma dei diversi ruoli
possono variare di anno in anno e sono decise in base alle capacità personali
dei partecipanti nel saper caratterizzare i personaggi per rispondenza con gli
archetipi tradizionali, scioltezza nell'uso dei modi e delle espressioni della
lingua, sarcasmo e spudoratezza delle battute.
La mattina stessa del giorno stabilito viene preparato il fantoccio di
Cecco dotato di un finto membro virile molto pronunciato che, con un semplice
meccanismo, è fatto uscire e rientrare dalla cerniera dei pantaloni. Altro
accessorio, moderno in questo caso, è un profilattico che gli penzola da una
tasca, al fine di sottolineare ulteriormente l'occupazione principale di Cecco,
cioè quella di importunare ogni donna del paese in assenza di fidanzati e
mariti. Immancabile è l’aringa secca, appesa al collo o che sbuca dall’altra
tasca, simbolo della (Quaresima) povertà cronica e unico lascito di Cecco ai
posteri.
L'annuncio del Funerale avviene nei giorni precedenti con la diffusione di
un volantino impresso a imitazione dei manifesti mortuari usuali, in cui appunto
si dà notizia che alla mezzanotte dell'ultimo giorno di Carnevale è morto
Cecco. In realtà Cecco, al momento del funerale non è ancora del tutto defunto,
è moribondo, per cui verso le 15:00 del pomeriggio il fantoccio è issato sulla
barella (fino a pochi anni fa sull'originario ciuco) e il corteo si avvia
spedito alla volta della piazza in cui sarà celebrato il processo, con al
seguito il medico che controlla lo stato di salute del “pòeraccio” ogni
qualvolta si fanno delle pause frequenti e obbligatorie lungo il percorso per
fare “una bevuta” (di vino, ovviamente). Da sempre la partenza avviene dal
rione “Le Prata”, la parte di Castagno storicamente considerata più povera e
arretrata ma allo stesso tempo più autentica e culturalmente conservativa.
All'arrivo nel centro del paese, nel rione detto “Borgo”, il giudice apre il
processo e dà la parola ai due avvocati, accusa e difesa. Questi, disposti
ognuno a fianco del fantoccio, dibattono animatamente chiamando continuamente
in causa il pubblico con battute personalizzate e usando argomenti e linguaggio
volutamente “sboccati”, vale a dire liberi da vincoli morali e sociali.
Terminato il dibattimento il giudice annuncia che la corte si ritira per
decidere in merito alla sorte del moribondo Cecco e tutti gli astanti sono
invitati a un “rinfresco” (buffet) in cui vengono serviti biscotti dolci di
forma fallica. Questo è il primo dei due momenti dove entrano in gioco uno o
più poeti in ottava rima che si cimentano nell'improvvisazione cantata di
argomentazioni, oppure di veri e propri contrasti, su temi affini all'evento.
Oggi, in assenza di poeti “bernescanti”, cioè improvvisatori, sono alcuni degli
stessi attori del Funerale che cantano o declamano delle ottave scritte per
l'occasione.
Rientra il giudice e riprende quindi il processo con le arringhe finali dei
due avvocati, mentre il medico, che ha ripetutamente verificato lo stato salute
di Cecco durante l'assise, in un'ulteriore visita definitiva sancirà l'avvenuta
morte dell'accusato. Il giudice quindi pronuncia la sentenza di condanna al
rogo del già cadavere Cecco mentre subentrano i pianti e i lamenti delle donne
(attualmente ciò non accade tutti gli anni). Letta la sentenza il corteo
funebre muove verso il Ponte di Ciliegi, sul fosso Ronco Orlandino. Durante
questo percorso molti rammentano l’esecuzione musicale del noto valzer:
“Speranze perdute” e quella cantata in coro di un motivo conosciuto in
molteplici varianti con l’incipit: “E’ morto un bischero…” (“bischero” è un
appellativo toscano dal significato di stupido, ingenuo). Giunti sul ponte il
giudice infiamma il fantoccio in un clima di generale lagnanza con frasi del
tipo: “pòero Cecco!”. Talvolta in questo momento intervengono di nuovo i poeti
improvvisatori in ottava rima per cantare un contrasto o una declamazione
finale sul tema della fine del Carnevale e dell’inizio della Quaresima.
- EDIZIONE 2012
- EDIZIONE 2008 - 2009 - 2010
Il giorno di San Valentino l' Associazione Andrea del Castagno presenta la rievocazione di un' antica tradizione per le vie del paese.
"CECCO" amante non più segreto delle donne del paese viene denunciato dai mariti offesi e processato in pubblico tra le lacrime delle sue signore. Dopo un malore Cecco ci lascia e per scaramanzia vengono bruciati i suoi resti.
Sfilata del fantoccio, rogo finale, buffet a offerta libera, canti, musiche popolari e balli con i suonatori della Leggera..vi aspettiamo!
Il giorno di San Valentino l' Associazione Andrea del Castagno presenta la rievocazione di un' antica tradizione per le vie del paese.
"CECCO" amante non più segreto delle donne del paese viene denunciato dai mariti offesi e processato in pubblico tra le lacrime delle sue signore. Dopo un malore Cecco ci lascia e per scaramanzia vengono bruciati i suoi resti.
Sfilata del fantoccio, rogo finale, buffet a offerta libera, canti, musiche popolari e balli con i suonatori della Leggera..vi aspettiamo!
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